Page 143 - Shakespeare - Vol. 3
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AMLETO

               Dunque duemila anime e ventimila ducati
               non basteranno a decider la sorte
               di un fuscello! Questo è un ascesso che nasce

               da troppa pace e abbondanza, si spacca
               internamente, e fuori non si vede
               perché il malato muore. Vi ringrazio
               umilmente.



              CAPITANO
               Dio sia con voi, signore.

                                                                                                         (Esce.)


              ROSENCRANTZ

               Vogliamo andare, monsignore?



              AMLETO
               Vi raggiungo subito. Avviatevi.
                                                                           (Escono tutti tranne Amleto.)
               Come mi accusa ogni occasione, e sprona                 50

               la mia vendetta troppo lenta! Cos’è un uomo
               se tutto ciò che cava dal suo tempo
               non è che dormire e nutrirsi? Una bestia,
               nient’altro. Certo colui che ci fece

               con una mente così vasta, e capace
               di guardare indietro e in avanti,
               non ci dette questa virtù, questa ragione divina
               perché ammuffisse inusata. Ora, che sia

               oblio bestiale, o qualche vile scrupolo
               di pensare troppo minutamente all’esito −
               un’ansia che, spaccata, mostra una parte saggia
               e tre vili, non so perché continui

               a vivere per dire, ho da far questo,
               quando ho motivo, e forza, e volontà,
               e mezzi per farlo. Mi esortano esempi
               tangibili come la terra. Ecco un esercito

               grande e costoso, guidato da un principe
               giovane, sensibile, il cui spirito
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