Page 133 - Shakespeare - Vol. 3
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fa volar via gli uccelli, e come la scimmia
della favola, per arrivare in fondo,
cacciati nella gabbia e giù, rompiti il collo.
REGINA
Sta’ certo, se le parole sono fiato
e il fiato è vita, non ho vita
per dare fiato a quello che m’hai detto.
AMLETO
Parto per l’Inghilterra, lo sapete?
REGINA
Ahimè,
l’avevo dimenticato. Così è deciso.
AMLETO
Han sigillato lettere, e i miei due ex compagni −
di cui mi fido come di serpi velenose −
loro portano gli ordini, loro mi fanno strada
e mi scortano in trappola. Ma lasciamoli fare.
È uno spasso veder l’artificiere
saltare col suo ordigno, e dovrebbe davvero
andarmi male se non scaverò due metri
sotto le loro mine, e le farò saltare
fino alla luna. Oh, è meraviglioso
quando due marchingegni sbattono assieme il muso
sulla stessa rotta. Quest’amico
mi spinge a far fagotto.
Rimorchierò le trippe nella stanza qui accanto.
Madre, buonanotte davvero. Questo consigliere
è ora tanto immobile, e muto, e sornione,
mentre vivo fu sciocco, furfante e chiacchierone.
Messere, via, facciamola finita.
Buonanotte, madre!
Esce tirando via Polonio. (La Regina rimane.)