Page 132 - Shakespeare - Vol. 3
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che al praticare cose buone e giuste
               sa anche dare un abito, una livrea
               facili a indossarsi. Astieniti stanotte,
               e questo darà un che di naturale

               alla prossima astinenza, e quella dopo
               sarà ancora più facile. L’abitudine
               riesce quasi a cambiare l’impronta della natura,
               essa ospita il demonio o lo respinge

               con forza meravigliosa. Di nuovo, buona notte.
               E quando vorrai essere benedetta
               ti chiederò di benedirmi. Quanto a questo signore,
               me ne pento. Ma è piaciuto al cielo

               punire me con lui e lui con me,
               fare di me il suo braccio e il suo flagello.
               Mi occuperò di lui, risponderò in tutto
               per la sua morte. Di nuovo, buonanotte.

               Debbo essere crudele per essere gentile.
               Quest’inizio è cattivo, e il peggio è da venire.
               Ancora una parola, signora.



              REGINA
                               Che debbo fare?



              AMLETO
               Non quello, Dio ne scampi, che t’ho detto di fare:

               lascia che il re pancione ti attiri ancora a letto,
               ti pizzichi la guancia, ti chiami sua topina,
               e per un paio di baci schifosi
               o qualche frugatina delle sue dita infami

               ti faccia snocciolare tutta questa faccenda
               che in realtà non sono affatto pazzo
               ma pazzo ad arte. È bene farglielo sapere
               perché chi mai, essendo soltanto una regina

               bella, sobria, saggia, nasconderebbe a un rospo,
               a un pipistrello, a un micione, faccende
               così gravi per lui? Chi lo farebbe?
               No, contro ogni buonsenso, ogni riservatezza,

               togli il piolo alla gabbia sul tetto della casa,
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