Page 128 - Shakespeare - Vol. 3
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qualche capacità di scelta, che servisse
               a distinguere questo da questo. Quale diavolo
               ti ha ingannata giocando a mosca cieca?
               Gli occhi senza le mani, il tatto

               senza la vista, orecchi senza mani e occhi,
               odorato e nient’altro, oppure una sola parte
               malata di un solo senso, non avrebbero preso
               un simile abbaglio. O vergogna,

               dov’è il tuo rossore? Inferno ribelle,
               se puoi ammutinarti nelle ossa d’una donna matura
               allora nei ragazzi la virtù sarà cera
               e si scioglierà al loro fuoco.

               Non sarà più vergogna la violenza
               imposta da quel calore,
               se il ghiaccio brucia con la stessa fiamma
               e la ragione è ruffiana del desiderio.



              REGINA

               Amleto, basta.
               Mi rivolti gli occhi dentro l’anima,
               e vedo macchie nere, abbarbicate,
               che non andranno più via.



              AMLETO
                               Ma come puoi vivere

               nel sudore e nel puzzo di un letto lercio,
               e marcire nel vizio, e fare le moìne,
               l’amore in un porcile.



              REGINA
                               Basta, basta!

               Le tue parole tagliano come pugnali.
               Basta, Amleto mio caro.



              AMLETO
                               Un assassino, un cialtrone,
               un cane che non vale la millesima parte
               del tuo primo marito, un re da farsa,
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