Page 1315 - Shakespeare - Vol. 3
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e rende me ben povero.



              OTELLO
               Per Dio, devo sapere cos’hai in mente.



              IAGO
               Vi è impossibile, anche se aveste
               il controllo del mio cuore; non lo saprete
               finché sarà sotto la mia custodia.

               Ah, guardatevi dalla gelosia,
               il mostro dagli occhi verdi che irride
               il cibo di cui si nutre. Il cornuto
               vive beato se, sicuro del suo fato,

               non ama colei che lo tradisce. Ma ah,
               come conta i minuti del suo tormento
               chi ama, dubita e sospetta e insieme
               spasima d’amore!



              OTELLO
                               Quale angoscia!




              IAGO
               Il povero che s’accontenta è ricco.
               Ma infinite    132   ricchezze sono un magro inverno
               per chi teme sempre d’esser povero.
               Buon Dio, preserva tutti i miei cari

               dalla gelosia!



              OTELLO
                               Perché, perché questo?
               Tu credi che io potrei sopportare
               la vita del geloso, inseguir sempre
               con sempre nuovi sospetti le fasi della luna?               133

               No, cedere al dubbio è esser già convinto.
               Dammi del caprone, se mi abbandonerò
               alle vuote e gonfiate congetture            134

               implicite nelle tue frasi.      135  Non mi rende geloso
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