Page 121 - Shakespeare - Vol. 3
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la sua fragorosa rovina. Mai da sé,
senza un lamento di tutti, sospirò un re.
RE
Vi prego, disponetevi a questo rapido viaggio.
Metteremo dei ceppi a questa paura
che va troppo libera.
ROSENCRANTZ
Saremo subito pronti.
Escono Rosencrantz e Guildenstern.
Entra Polonio.
POLONIO
Mio signore, sta andando da sua madre.
Dietro l’arazzo starò ben nascosto
a sentire che dicono.
Lo sgriderà a dovere, ci scommetto,
e come avete detto − e saggiamente −
è bene che qualcuno oltre la madre,
parziale per natura, porga l’orecchio
in aggiunta. Mio sovrano, addio.
Verrò da voi prima che andiate a letto
per dirvi ciò che so.
RE
Grazie, signore caro.
Esce Polonio.
Ah, il mio delitto è fetido e impesta il cielo.
Ha addosso la più antica maledizione −
il fratricidio. Pregare non posso
anche se lo desidero e lo voglio,
lo voglio fortemente ma la colpa è più forte,
e come uno costretto a fare due cose
resto incerto su dove incominciare
e non comincio affatto.
Ma questa mano dannata