Page 120 - Shakespeare - Vol. 3
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E la mia lingua e la mia anima saranno ipocrite:
se in qualche modo la colpirò a parole,
tu anima non sigillarle con l’azione.
Esce.
Scena III 43 EN
Entrano il Re, Rosencrantz e Guildenstern.
RE
Non mi piace affatto, e non è prudente per noi
lasciare in libertà la sua follia. Perciò, siate pronti.
Preparerò subito le vostre credenziali
ed egli andrà con voi in Inghilterra.
La nostra sicurezza non può tollerare
il pericolo così vicino che d’ora in ora
gli matura nel cervello.
GUILDENSTERN
Ci prepareremo subito.
È scrupolo sacrosanto pensare alla sicurezza
di quei tanti e tanti individui
cui Vostra Maestà dà vita e nutrimento.
ROSENCRANTZ
Ogni singolo vivente ha il dovere
di proteggersi dalle offese
con ogni forza e arma dello spirito.
Tanto più colui dal cui benessere
dipendono le vite di tanti. La maestà
non muore sola, ma attira a sé come un gorgo
ciò che gli è vicino. O è come una ruota massiccia
fissa in cima al monte più alto
che sui raggi enormi ha infitte e incollate
diecimila cose di minor conto,
e quando essa cade, ogni piccolo annesso,
ogni trascurabile derivato, accompagnano