Page 113 - Shakespeare - Vol. 3
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Siete pungente, monsignore, siete pungente.



              AMLETO
          Vi costerebbe un gemito smussarmi la punta.



              OFELIA
          Ancora meglio e peggio.



              AMLETO
          Per  il  meglio  e  il  peggio,  dite  così  nel  malmaritarvi.  Su  attacca  assassino.
          Piantala con le smorfie e attacca. Forza! Gracchia il corbaccio un mugghio di
          vendetta.





              LUCIANO
               Neri intenti, mani abili, droghe adeguate, acconcio
               momento, ora propizia quando nessuno è attorno,
               tu fetida mistura d’erbe raccolte a mezza-

               notte e dal male d’Ecate tre volte unte ed infette,
               la tua magia spontanea, la tua atroce virtute
               usurpano di colpo ogni vital salute.
                                                           Versa il veleno nell’orecchio al dormiente.



              AMLETO
          L’avvelena in giardino per il suo regno. Il suo nome è Gonzago. È una storia

          d’oggi, scritta in italiano sceltissimo. Ora vedrete come l’assassino si becca la
          moglie dell’altro.



              OFELIA
          Il re si alza.  40



              AMLETO
          Come, spaventato da un colpo a salve?



              REGINA
          State male, mio signore?
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