Page 104 - Shakespeare - Vol. 3
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Oh, Orazio!
Entra Orazio.
ORAZIO
Ai vostri ordini, monsignore.
AMLETO
Orazio, tu sei davvero l’uomo più giusto 34
con cui abbia avuto a che fare.
ORAZIO
Via, monsignore.
AMLETO
No, non pensare che voglia adularti.
Che vantaggi vuoi che speri da te
che non hai altra rendita per nutrirti e vestirti
tranne il buonumore? Perché adulare i poveri?
No, la lingua zuccherata lecchi lo sfarzo assurdo
e pieghi le giunture docili dei ginocchi
là dove piaggeria è profitto. Ascoltami:
da quando la mia anima è stata padrona delle sue scelte
e ha saputo distinguere tra gli uomini con giudizio,
ti ha aggiudicato a sé; perché tu sei stato
come chi, di tutto soffrendo, nulla soffre,
un uomo che gli schiaffi e i favori della Fortuna
li ha presi con grazia uguale; e beati coloro
in cui sangue e senno sono così ben commisti
da non farli pifferi che le dita della Fortuna
suonino alla nota che le piace. Datemi un uomo
che non è schiavo della passione, ed io lo terrò
in fondo al cuore, sì, nel cuore del cuore
come faccio con te. Ma di questo basta.
Stasera si recita in presenza del re:
una scena del dramma s’avvicina ai fatti
che t’ho detto sulla morte di mio padre.
Ti prego, quando vedi cominciare quell’episodio