Page 100 - Shakespeare - Vol. 3
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A casa, monsignore.



              AMLETO
          Chiudetevelo a chiave, che faccia il buffone solo in casa propria. Addio.



              OFELIA
          O cieli pietosi aiutatelo.



              AMLETO
          Se  ti  sposi  ti  darò  per  dote  questo  malanno:  puoi  essere  casta  come  il
          ghiaccio,  pura  come  la  neve,  non  sfuggirai  alla  calunnia.  Vattene  in  un
          convento,  addio.  O  se  vuoi  sposarti  a  ogni  costo  prenditi  un  imbecille,  le

          persone intelligenti sanno benissimo che mostri fate di loro. In un convento,
          va’ − e presto anche. Addio.



              OFELIA
          Potenze divine guaritelo!



              AMLETO
          Ho anche sentito dei vostri trucchi, fin troppo. Dio v’ha dato una faccia e voi

          ve  ne  fate  un’altra.  Ancheggiate,  ondeggiate,  e  scilinguate,  affibbiate
          nomignoli  alle  creature  di  Dio  e  fate  passare  per  candore  la  vostra
          impudicizia. Va’ via, ho chiuso con tutto questo, m’ha fatto diventare pazzo.
          Dico che non avremo più matrimoni. Quelli che son già sposati − tutti tranne
          uno − vivranno, gli altri resteranno come sono. Va’ in convento, va’.

                                                                                                           Esce.



              OFELIA
               O che nobile mente è qui distrutta!
               Occhio, lingua, spada d’un principe, di uno
               studioso, di un soldato,

               la rosa e la speranza d’uno stato felice,
               lo specchio della moda, il modello del gusto,
               l’idolo d’ogni suddito, finito, proprio finito!
               Ed io, la più infelice e sventurata delle donne,

               che bevvi il miele delle sue dolci promesse,
               ora sento quella mente nobile e sovrana
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