Page 101 - Shakespeare - Vol. 3
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che stride e stona come una campana sbattuta,
               e vedo quel giovane fiorente, senza pari,
               bruciato dalla pazzia. O misera me
               che ho visto ciò che ho visto, vedo ciò che vedo.



                                                 Entrano il Re e Polonio.


              RE

               Amore? No, il suo animo
               non muove in quella direzione,
               e ciò che ha detto, sebbene un po’ sconnesso,
               non somiglia affatto alla pazzia.

               Ha qualcosa dentro, che la sua malinconia
               sta covando, e quando sarà maturo e
               schiuso, ho paura che ne nascerà
               un pericolo. Per prevenirlo

               ho preso rapidamente
               questa decisione: partirà subito per l’Inghilterra
               per reclamarvi i nostri tributi arretrati.
               E forse i mari, i paesi diversi,

               la varietà delle cose espelleranno
               dal suo cuore questo deposito oscuro
               su cui il cervello batte continuamente
               e che l’ha tanto mutato. Tu che ne pensi?



              POLONIO

               L’idea è buona. Però io credo sempre
               che la causa e l’inizio del risentimento
               sia l’amore respinto. Ah eccoti, Ofelia.
               Non occorre che ci ripeta ciò che ha detto,
               abbiamo sentito tutto.

               Monsignore, fate come vi piace,
               ma, se lo credete opportuno, dopo la recita
               lasciate che la regina sua madre da sola

               lo preghi di dirle perché soffre
               e gli parli chiaro,
               e io, se volete, farò da orecchio
               per tutta la conversazione.
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