Page 95 - Shakespeare - Vol. 2
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RE GIOVANNI
Non possiamo fermare la forte mano della morte:
buoni signori, anche se è vivo il mio desiderio di compiacervi,
ciò che mi chiedete è morto e sepolto.
Costui ci dice che Arthur è morto stanotte.
SALISBURY
Avevamo ragione a temere che la sua malattia fosse incurabile.
PEMBROKE
Avevamo sentito che era vicino alla morte
prima ancora che il ragazzo s’accorgesse d’essere malato.
Qualcuno ne dovrà rispondere, in terra o in cielo. 148
RE GIOVANNI
Perché mi guardate con occhi così seri?
Credete forse che sia io a reggere le forbici del destino? 149
O che abbia poteri sul battito della vita?
SALISBURY
È ovvio che ci prende in giro in modo scellerato,
ed è una vergogna che la grandezza ricorra a scuse
così grossolane: prosperate pure
nei vostri inganni! addio.
PEMBROKE
Aspetta, Lord Salisbury; voglio venire con te
a cercare l’eredità di questo povero ragazzo,
il piccolo regno d’una tomba impostagli con la violenza.
Quel sangue che aveva diritto alla vastità
di tutta quest’isola, ora ne occupa soltanto un metro:
che brutto mondo quello che tollera queste cose!
Ma questa non dev’essere tollerata: questa son sicuro
che presto esploderà, e saran dolori per tutti noi.
[Escono i nobili.]
RE GIOVANNI