Page 897 - Shakespeare - Vol. 2
P. 897

capitano? Se i capitani la pensassero come me, te le suonerebbero di santa
          ragione perché gli rubi il grado prima di essertelo guadagnato. Tu capitano!
          Schiavo  che  sei,  a  che  titolo?  Per  aver  strappato  il  colletto  a  una  povera
          puttana  in  un  bordello?  Capitano!  Impiccatelo,  mascalzone!  Vive  di  prugne

          cotte marce e di dolciumi secchi. Un capitano! Luce di Dio, queste canaglie ci
          faranno  odiare  la  parola  “capitano”  come  la  parola  “coprire”,                   131   che  era
          un’ottima  parola  prima  di  essere  usata  male.  Perciò  i  capitani  dovrebbero
          stare in guardia.



              BARDOLPH

          Ti prego, torna giù, buon alfiere.


              FALSTAFF

          Senti qua, madama Doll.



              PISTOL
          No, non esco. Ti dico una cosa, caporale Bardolph, potrei farla a pezzi. Gliela
          farò pagare.



              PAGGIO
          Suvvia, vattene.



              PISTOL
          No, prima la vedrò dannata nell’infernale lago di Plutone, spedita da questa
          mano nel fondo dell’inferno, con l’Erebo e ogni infame tortura. Amo e lenza,

          dico. Giù, cani, giù! Giù, canaglie! Non havvi forse qui Irene?                  132



              OSTESSA
          Buon  capitan  Pisello,  calmatevi;  è  molto  tardi,  veramente.  Vi  congiuro,
          aggravate la vostra collera.         133



              PISTOL
               Begli umori davvero! I cavalli da soma

               e i ronzini bolsi e satolli dell’Asia
               che non san fare che trenta miglia al giorno,               134
               saranno paragonati ai Cesari e ai Cannibali,               135
               e ai troiani greci? No, piuttosto dannateli
   892   893   894   895   896   897   898   899   900   901   902