Page 834 - Shakespeare - Vol. 2
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Da questi e altri elementi A.R. Humphreys conclude che 2 Henry IV fu scritto
          entro la fine del 1598, e suggerisce che una prima versione andò in scena,
          poco  dopo  la Parte I,  nella  stagione  1596-1597,  che  nell’aprile  1597
          Shakespeare  scrisse  affrettatamente The Merry Wives of Windsor,  e  che  le

          due parti tornarono sulle scene nella stagione 1597-1598, nel testo riveduto
          dato alle stampe poco dopo (Parte I, 1598, rist. 1599; Parte II, 1600).




          Testo


          2 Henry IV fu iscritto allo Stationers’ Register il 23 agosto 1600 col titolo The
          second parte of the history of kinge HENRY the iiiith with the humours of Sir
          IOHN  FFALLSTAFF:  Wrytten  by  master  Shakespeare.  Un’edizione  in-quarto  (Q)

          uscì entro l’anno col titolo The Second part of Henrie the fourth, continuing to
          his  death,  and  coronation  of  Henrie  the  fift.  With  the  humours  of  Sir  Iohn
          Falstaffe,  and  swaggering  Pistoll.  Di  Q  si  conoscono  21  copie,  alcune  (Qa)
          stampate senza la scena i dell’atto III, che fu ripristinata in Qb. Non vi furono

          ristampe,  forse  perché  la  prima  stampa  era  stata  di  tiratura  abbastanza
          elevata,  fino  all’in-folio  del  1623  (F),  dove  l’opera  appare  col  titolo The
          Second Part of Henry the Fourth, Containing his Death: and the Coronation of
          King Henry the Fifth. F contiene otto brani (158 versi) omessi da Q vuoi per

          brevità  vuoi  per  ragioni  politiche  (alcuni  trattano  della  ribellione  e
          dell’abdicazione  di  Riccardo II),  ristampati  nel  testo  inglese  qui  incluso  fra
          parentesi quadre. Si tratta di I, i, 166-179, 189-209; I, iii, 21-24, 36-55, 86-
          108; II, iii, 23-45; IV, i, 55-79, 104-139. D’altra parte F presenta alcuni tagli

          rispetto a Q, soprattutto di espressioni e periodi sconvenienti e blasfemi. Il
          testo dell’opera ha suscitato lunghe indagini e discussioni, poiché F sembra
          non  essere  basato  su  Q,  come  avviene  di  solito.  Mentre  Q  appare
          sicuramente fondato sul manoscritto di Shakespeare, è difficile sapere quanto

          siano autorevoli le frequenti correzioni e revisioni di singole battute presenti
          in F. Le correzioni di F mirano di solito a regolarizzare e rendere intelligibili
          l’ortografia e la sintassi, anche se personaggi come Shallow, Pistol e Falstaff
          sono evidentemente inclini a modi gergali. Si tratta dunque probabilmente di

          interventi  di  uno  scriba  colto  su  una  trascrizione  manoscritta  di  Q,  che
          potrebbe essere un copione in uso dopo il 1610, contenente anche correzioni
          e tagli di Shakespeare (J. Jowett). Il testo inglese qui presentato segue di
          regola Q; è basato su quello curato da A. Chester (v. bibliografia), ma se ne

          discosta  in  alcuni  punti  in  cui  Chester  ha  preferito  F  a  Q,  ripristinando  la
          lezione di Q. Le parentesi quadre si usano nelle didascalie per tutti gli inserti
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