Page 838 - Shakespeare - Vol. 2
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Hamlett (Lady Percy), Vivienne Chatterton (Hostess Quickly), Diana Chadwick
          (Doll Tearsheet).

          Per la serie BBC Shakespeare David Giles ha diretto un’edizione ridotta (BBCV
          4226,  152  minuti,  1979).  Interpreti  principali:  Jon  Finch  (Henry IV),  David

          Gwillim       (Hal),       Ralph       Michael       (Chief       Justice),      Bruce       Puchase
          (Northumberland),  Anthony  Quayle  (Falstaff),  Bryan  Pringle  (Pistol),  Robert
          Eddison  (Shallow),  Michele  Dotrice  (Lady  Percy),  Brenda  Bruce  (Hostess
          Quickly), Frances Cuka (Doll Tearsheet).



          STUDI

          La discussione critica sul rapporto fra le due parti di Henry IV fu aperta da
          John  Upton,  che  in Critical  Observations  on  Shakespeare  (1746)  scriveva:
          «Questi drammi sono indipendenti l’uno dall’altro [...] Chiamarli Parte I e II è
          offensivo nei confronti del carattere dell’autore Shakespeare quanto sarebbe
          per Sofocle chiamare i due drammi su Edipo, Parte I e II di Edipo re». Samuel

          Johnson replicò nella sua edizione del 1765: «Il sig. Upton pensa che le due
          opere  siano  impropriamente  chiamate Parte I e  II  di Enrico IV  [...]  eppure
          esse  appariranno  a  ogni  lettore  che  le  considererà  senza  ambizione  di

          scoperte critiche tanto collegate che la seconda è solo il seguito della prima:
          sono due solo perché troppo lunghe per essere una sola». A.R. Humphreys,
          che riferisce il dibattito nell’edizione Arden da lui curata (1967), sostiene che
          la  duplicazione  incongrua  del  ravvedimento  del  Principe  si  spiega  con  la
          dipendenza  di  Shakespeare  dalle  fonti,  i Civil  Wars  di  Samuel  Daniel  e  i

          Chronicles di Holinshed, che mostrano rispettivamente il riscatto militare di
          Hal  a  Shrewsbury  e  quello  politico  (giudiziario)  a  Westminster,  e  conclude
          «che Shakespeare pensava a due drammi fin dall’inizio, o a qualcosa di assai

          vicino;  che  Daniel  gli  suggerì  la  forma  del  primo  e  Holinshed  quella  del
          secondo; che la tradizione del Principe scioperato richiedeva che Hal passasse
          gran  parte  di  ciascun  dramma  in  disgrazia  ma  che  il  racconto  di  Daniel  lo
          mostravano eroico a Shrewsbury e quello di Holinshed regale all’accessione;
          che  mentre  dal  punto  di  vista  naturalistico  questi  due  ravvedimenti  sono

          un’incongruenza,  dal  punto  di  vista  teatrale  e  dei  canoni  delle  vicende
          popolari  e  delle  moralità  sono  accettabili;  e  infine  che,  seppur  dobbiamo
          rifiutare l’idea che le due parti rivelino una struttura onnicomprensiva in dieci

          atti  (sostenuta  da  Dover  Wilson  e  E.M.W.  Tillyard)  tuttavia,  per  quanto
          possano reggere indipendentemente, esse si complementano efficacemente
          nel tracciare le fortune di Henry, Hal, i Percy e Falstaff» (p. XXVIII).
          La  posizione  di  Johnson  sull’unità  di Henry IV  è  stata  ripresa  soprattutto,
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