Page 826 - Shakespeare - Vol. 2
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fin troppo volonterosi di accogliere gli «smooth comforts false» promessigli da
          John di Lancaster e Westmoreland, e disciolgono il loro esercito senza colpo
          ferire: «Go, captain, and deliver to the army / This news of peace» (IV, ii, 69-
          70). Essi vengono arrestati con le parole: «Good tidings, my Lord Hastings,

          for  the  which  /  I  do  arrest  thee,  traitor»  (106-107).  Quando  in  una  scena
          successiva il Principe si reca al capezzale del padre morente egli domanda:
          «Heard he the good news yet?». Con gusto barocco dell’antitesi Shakespeare
          ripete su tre scene (I, i; IV, ii; IV, iv) il motivo delle buone notizie che fanno

          stare male e viceversa: «And wherefore should these good news make me
          sick?»,  chiede  il  Re.  Ancora  nell’ultimo  atto  Falstaff  resterà  vittima  delle
          «happy  news»  e  «good  news»  di  Pistol:  la  morte  del  vecchio  Re,
          l’incoronazione  prossima  dell’amico  Hal.  Notizia  vera,  salvo  per  il  piccolo

          dettaglio che l’amico Hal nel momento che ha preso la corona ha detto addio
          all’amicizia.
          Ammesso  che  questa  sia  mai  esistita.  Hal  avverte  Poins  fin  da II,  ii  (e  gli
          spettatori della Parte I fin dal monologo della scena ii) che egli è ben diverso

          da  quel  che  sembra,  però  tutti  −  Poins,  il  Re,  il  Giudice,  Falstaff  −  sono
          ingannati  dalla  sua  fama  di  figlio  snaturato,  ormai  «scritto  nel  libro  del
          diavolo». Sicché alla fine, come nota David Bevington, alle rosee e malriposte
          speranze di Falstaff fanno puntualmente riscontro le apprensioni egualmente

          infondate del Giudice.
          Falstaff  vive  analogamente  circondato  da  una  reputazione  di  guerriero  del
          tutto immeritata, alla quale si piega persino il Primo Giudice (I, ii, 143-144):
          dodici capitani lo cercano affannosamente mentre egli si diletta con Doll (II,

          iv), un nemico ragguardevole si arrende appena lo vede, tanto il suo aspetto
          è inconfondibile e la sua fama tremenda: «Are not you Sir John Falstaff?». Al
          che egli commenta: «Ho tutta una folla di lingue in questa mia pancia, e non
          ce  n’è  una  che  non  pronunci  il  mio  nome.  Se  avessi  appena  una  pancia

          qualsiasi, sarei l’uomo più valoroso d’Europa e basta» (IV, iii, 18-21). (Falstaff,
          europeista ante litteram, parla anche altrove di tutta l’Europa, «all Europe»,
          che lo ammirerebbe; cfr.  II, ii, 125.) I critici hanno puntualmente notato che
          l’immagine delle lingue nella pancia ricorda che il Prologo assegna alla Fama

          un abito «tutto dipinto di lingue». Ma l’analogia tematica investe addirittura
          la struttura della frase. «Not a tongue of them all», dice Falstaff, «speaks any
          other word but my name.» La Fama aveva detto concludendo il Prologo: «The
          posts come tiring on, / And not a man of them brings other news / Than they

          have  learned  of  me»  (37-39).  Al  riscontro  tematico  corrisponde  anche  un
          preciso riscontro verbale, proprio come se si ripetesse un certo accordo, una
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