Page 75 - Shakespeare - Vol. 2
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Vieni qui, nipotino, senti, una parola soltanto.
[Prende Arthur in disparte.] 113
RE GIOVANNI
E tu, Hubert, vieni qui. O mio gentile Hubert,
quanto ti dobbiamo! Entro questo rivestimento di carne
c’è un’anima che si considera in credito verso di te,
e intende pagare il tuo amore con gli interessi.
Mio buon amico, il tuo giuramento volontario 114
vive nel mio petto, affettuosamente carezzato.
Dammi la tua mano. Avevo una cosa da dirti,
ma te la dirò quando potrò accompagnarla meglio. 115
Per Dio, Hubert, quasi mi vergogno a dirti
quanta stima ho per te.
HUBERT
Sono molto obbligato a vostra Maestà.
RE GIOVANNI
Buon amico, non hai ancora avuto il motivo per dire così,
ma l’avrai; per quanto lentamente strisci il tempo,
verrà anche per me l’opportunità di farti del bene.
Avevo una cosa da dirti, ma lasciamo perdere:
il sole è in cielo e il giorno superbo,
accompagnato dai piaceri del mondo,
è troppo allegro e pieno di svaghi per darmi ascolto.
Se la campana di mezzanotte,
con la sua lingua di ferro e la sua bocca di bronzo,
battesse l’ora per le creature assonnate della notte;
se questo luogo stesso, dove noi siamo, fosse un cimitero,
e tu fossi posseduto 116 da mille peccati;
o se quello spirito corrucciato, la malinconia,
avesse scaldato il tuo sangue, rendendolo spesso e denso,
lui che altrimenti, pulsando, scorre su e giù per le vene
e trasforma quell’idiota del riso in padrone degli occhi umani,
stravolgendo le loro guance a una vana allegria,
stato d’animo odioso per i miei fini;
o se tu potessi vedermi senz’occhi, sentirmi senza orecchie,