Page 643 - Shakespeare - Vol. 2
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DOUGLAS
Alle armi, signori, alle armi! Ho gettato
una sfida audace in faccia a re Enrico,
e Westmoreland, l’ostaggio, l’ha portata,
perciò non possono che esserci addosso in breve.
WORCESTER
Il Principe di Galles si fece davanti al Re
e, nipote, ti ha sfidato a un duello a due.
HOTSPUR
Quanto vorrei che la lite fosse affidata a noi,
e che nessuno avesse ad ansimare oggi
tranne io e Harry Monmouth! 191 Ma ditemi, ditemi,
come lanciò la sfida? Lo fece in modo sprezzante?
VERNON
No, per l’anima mia. Mai nella vita
ho udito pronunciare una sfida con maggior modestia,
a meno che un fratello incitasse il fratello
all’esercizio nobile e alla prova delle armi.
Egli vi diede tutti i meriti che può avere un uomo,
abbellì le vostre lodi con lingua principesca,
espose le vostre glorie come una cronaca,
facendovi pur sempre migliore della sua lode,
sminuendo ogni suo encomio a vostro paragone, 192
e poi, tratto degno davvero di un principe,
parlò male, arrossendo, di se stesso,
e biasimò la sua gioventù scapestrata con tanta grazia
come se fosse padrone di due facoltà a un tempo,
quella di insegnare e quella di apprendere.
Qui si fermò, ma voglio dire a tutti
che se sopravvive all’inimicizia di quest’oggi,
l’Inghilterra non ha mai posseduto una simile speranza,
tanto fraintesa per la sua leggerezza. 193
HOTSPUR
Cugino, penso tu ti sia innamorato