Page 638 - Shakespeare - Vol. 2
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piovve fortuna a scrosci sul vostro capo,
e su voi cadde un vero diluvio di grandezza −
sia per il nostro aiuto, sia per l’assenza del Re,
sia per i mali dei tempi sregolati,
le sofferenze palesi che avevate sopportato,
e i venti contrari che costringevano il Re
tanto a lungo nelle sfortunate guerre irlandesi
che tutti in Inghilterra lo reputavano morto −
e da tale sciame di circostanze favorevoli
traeste occasione per farvi subito indurre
a prendere tutto il potere nelle vostre mani;
dimenticaste il giuramento fatto a Doncaster;
e, nutrito da noi, ci trattaste
come il piccolo del cuculo, pulcino ingrato,
tratta la passera: vi prendeste il nostro nido;
cresceste col nostro cibo a una grossezza tale
che neppure il nostro affetto osava farsi vedere
per timore di essere trangugiato; ma con ala agile
fummo costretti a prendere il volo verso la salvezza
fuori dal vostro sguardo e raccogliere queste forze;
per cui ci opponiamo con mezzi
che voi stesso vi siete forgiato contro
trattandoci malevolmente, minacciandoci nel contegno,
e violando ogni giuramento e fiducia
a noi promessa all’inizio della vostra ascesa.
RE
Queste cose, in effetti, le avete dichiarate,
proclamate nei crocicchi, lette in chiesa,
per addobbare l’abito della ribellione
con qualche bel pretesto che attragga l’occhio
dei voltagabbana volubili e dei poveri scontenti
che spalancano la bocca e si grattano i gomiti
alla notizia di ogni confuso rimescolamento.
All’insurrezione non sono mai mancati
tali colori labili per imbellettarsi
né pezzenti imbronciati, affamati di un tempo
di confusione e sconquasso generale.