Page 612 - Shakespeare - Vol. 2
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dell’inferno e al ricco epulone che viveva nella porpora: mi pare infatti di
vedercelo nelle sue vesti, che brucia, brucia. 151 Se tu fossi in qualche modo
un uomo retto, giurerei sulla tua faccia, direi “Per questo fuoco, che è l’Angelo
di Dio”. Ma sei un caso disperato, e se non fosse per la luce che hai in faccia,
saresti proprio il figlio delle tenebre. Quando salisti correndo Gad’s Hill di
notte per acchiappare il mio cavallo, ho pensato che fossi un fuoco fatuo o
una palla incendiaria, quant’è vero che i soldi sono soldi. Ah, sei una
luminaria perpetua, un falò inesauribile! Mi hai risparmiato mille marchi in
torce e lanterne, accompagnandomi di notte di taverna in taverna, ma col
vino che mi hai bevuto avrei potuto rifornirmi altrettanto a buon mercato di
lampade dal candelaio più caro di tutta Europa. Ho mantenuto accesa questa
tua salamandra per trentadue anni buoni. Dio me ne ricompensi!
BARDOLPH
Per Dio, vorrei che la mia faccia ce l’aveste in pancia! 152
FALSTAFF
No per pietà, che ne avrei il bruciore di stomaco.
Entra l’Ostessa.
Dunque come va, Madama la Chioccia? 153 Avete già chiesto chi mi ha
svuotato le tasche?
OSTESSA
Sentite, Sir John, cosa vi siete messo in testa, Sir John? Pensate che io tenga
ladri nella mia locanda? Ho indagato, ho cercato, come ha fatto mio marito,
uomo per uomo, ragazzo per ragazzo, servo per servo. A casa mia non si è
mai persa prima d’ora la punta di un capello.
FALSTAFF
Ostessa, voi mentite. Bardolph si è raso e ha perso un bel po’ di capelli, 154 e
io giuro che sono stato borseggiato. Va’, va’, che sei una donna!
OSTESSA
Chi, io? No, ma per chi mi prendete! Luce di Dio, nessuno mi ha mai chiamato
così a casa mia prima d’ora.
FALSTAFF