Page 607 - Shakespeare - Vol. 2
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gli uomini dicevano ai figli: “Quello è lui!”.
Altri dicevano: “Quale? Quale è Bolingbroke?”.
Allora carpivo dal cielo ogni cortesia
e mi facevo vedere così modesto
da ottenere fedeltà dai cuori di tutti,
e forti grida di saluto dalle loro bocche
persino in presenza del Re incoronato.
Così conservai la mia persona fresca e nuova,
la mia presenza, come una veste da pontefice,
mai vista se non con stupore, e le mie apparizioni,
rare ma sontuose, si presentavano come una festa,
e con l’infrequenza guadagnavano solennità.
Il Re sventato, lui sgambettava qua e là
con buffoni sciocchi e ingegni di paglia,
rapidi ad accendersi e a spegnersi; avvilì il suo stato,
mescolò la sua regalità con saltimbanchi,
lasciò che il suo alto nome soffrisse del disprezzo per loro,
e diede la sua autorità, in contrasto al suo nome,
per ridere delle beffe di ragazzi e esporsi alle frecciate
di ogni sciocco imberbe schernitore,
divenne familiare con le strade più comuni,
facendosi servo dei popolani,
i quali, saziandosi gli occhi tutti i giorni,
si stuccarono del miele e cominciarono
a detestare ogni sapore dolce, del quale
poco più di un poco è assai di troppo.
Così, quando c’era occasione di vederlo,
egli era soltanto come il cuculo a giugno,
udito senza badarci: visto ma con occhi
che, resi ottusi e indifferenti dall’abitudine,
non guardavano più con l’attenzione straordinaria
che si volge alla maestà simile al sole
quando di rado brilla agli sguardi ammirati,
ma piuttosto sonnecchiavano e chiudevano le palpebre,
gli dormivano in faccia, e offrivano sguardi
come quelli di un uomo ombroso per un nemico,
essendo sazi e satolli della sua presenza.
E nella stessa situazione, Harry, ti trovi tu,