Page 600 - Shakespeare - Vol. 2
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GLENDOWER
La luna splende, potete partire di notte.
Farò fretta allo scrivano, e intanto
informerò le vostre mogli della partenza.
Ho paura che mia figlia impazzirà,
tanto è innamorata del suo Mortimer.
Esce.
MORTIMER
Vergogna, cugino Percy! Come contrariate mio padre!
HOTSPUR
Non posso farci niente. A volte mi infuria
raccontandomi di talpe e di formiche, 124
di Merlino sognatore e le sue profezie,
di draghi e pesci senza pinne,
un grifone dalle ali mozze e un corvo mudato,
un leone accucciato e un gatto rampante, 125
e un sacco di altre cose senza senso,
che mi fa perdere la religione. Ve ne racconto una:
la notte scorsa mi ha tenuto almeno nove ore
a fare il conto dei nomi di tutti i diavoli
che sono i suoi lacchè. Io facevo “ehm!” e “davvero?”
ma non ascoltavo una parola. Ah, è noioso
come un cavallo stanco, una moglie rampognosa,
peggio di una casa fumosa. 126 Vivrei piuttosto
di cacio e aglio in un mulino, di molto,
che di cibi raffinati e star con lui a parlare
nella più bella dimora estiva della cristianità.
MORTIMER
Invero, è un nobile gentiluomo,
di vastissime letture, addentro
ai più strani segreti, valoroso come un leone,
e straordinariamente affabile, generoso
come miniere dell’India. Volete che ve lo dica, cugino?
Ha alta considerazione della vostra tempra
e si trattiene anche nelle parole che gli verrebbero