Page 57 - Shakespeare - Vol. 2
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BASTARDO
Pazzo mondo! pazzi re! pazzo accordo! 74
Giovanni, per impedire che Arthur avesse tutto il regno
ne ha ceduta volontariamente una parte:
e al re di Francia, che si era fatto allacciare l’armatura
dalla propria coscienza e condurre sul campo,
quale soldato di Dio, dal fervore e dalla carità,
è bastato un sussurro nell’orecchio di quel guastapropositi,
di quel diavolo furbo, di quel mezzano capace
di spaccare in due la testa della lealtà stessa,
d’infrangere ogni giorno promesse,
di trar profitto da tutti, re, mendicanti, vecchi, giovani,
vergini 75 che non avendo altro da perdere, in reputazione,
che il nome di “vergine”, perdono anche quello,
le poverette, ingannate da quel gentiluomo
dal volto ben rasato, l’Interesse che tutti lusinga.
Ah, Interesse, forza motrice del mondo,
di quel mondo che, per se stesso ben equilibrato,
fatto per scorrere liscio su un terreno ben levigato,
da questo vantaggio, da questa maligna forza motrice,
da questo dominatore d’ogni moto, da questo Interesse
è spinto ad allontanarsi dall’imparzialità,
a deviare dalla giusta direzione,
da ogni retto proposito, corso, intento.
E questa stessa forza, questo interesse, questo ruffiano,
questo mezzano, questa parola capace di mutare ogni cosa,
avendo colpito l’occhio materiale del volubile Re di Francia,
l’ha distolto dall’intento che si era proposto, volgendolo
da una guerra già decisa e fatta in nome dell’onore
a una pace disonorevole e vigliaccamente raggiunta.
E perché sono io qui a imprecare contro questo Interesse,
se non perché lui non mi ha ancora corteggiato?
Non ho certo la forza, io, di chiudere la mano
quando i suoi begli angeli d’oro vorrebbero salutare il mio palmo:
è solo che la mia mano, non ancora tentata,
fa come il povero mendicante che lancia maledizioni ai ricchi.
Sì, mentre sono un mendicante lancerò maledizioni
e dirò che la ricchezza è l’unico peccato: