Page 41 - Shakespeare - Vol. 2
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Va’, bimbo, va’ dalla nonna;
da’ alla nonna il tuo regno, bimbo, e nonnina
ti darà una prugna, una ciliegia, un fico:
ah, che brava nonnetta.
ARTHUR
Taci, buona madre!
Vorrei giacere giù in fondo alla mia tomba.
Non merito tutto questo strepito che si fa per me.
ELEONORA
Si vergogna di sua madre, povero ragazzo, piange.
CONSTANCE
Che si vergogni di lei o no, vergognatevi voi, intanto.
Sono gli errori della nonna, non le colpe della madre
che traggono dai suoi poveri occhi queste perle
capaci di commuovere il cielo, che le accetterà
come un compenso: ah, sì, il cielo si farà convincere
da queste stille di cristallo e gli renderà giustizia,
vendicandosi di voi.
ELEONORA
Tu, mostruosa calunniatrice del cielo e della terra!
CONSTANCE
E tu, che mostruosamente insulti il cielo e la terra,
non chiamarmi calunniatrice; tu e i tuoi usurpate
i possedimenti, le prerogative reali e i diritti
di questo ragazzo oppresso.
Questo è il figlio del tuo primogenito,
in nulla disgraziato se non in te:
i tuoi peccati sono puniti su questo povero ragazzo;
il canone della legge lo colpisce,
poiché due soltanto sono le generazioni
che lo separano dal tuo grembo di peccatrice.