Page 44 - Shakespeare - Vol. 2
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i nostri spiriti affaticati,
logorati dall’azione di questa marcia veloce,
desiderano rifugio entro le vostre mura cittadine.
RE FILIPPO
Quando avrò finito di parlare anch’io, rispondete a entrambi.
Guardate, condotto da questa mano dritta,
che ha giurato sul nome di Dio di proteggere
il diritto di colui che essa guida, c’è il giovane Plantageneto,
figlio del fratello maggiore di quest’uomo,
e Re sopra di lui e sopra tutto ciò di cui lui gode:
è per questa giustizia calpestata che noi calpestiamo,
in marcia di guerra, i campi davanti alla vostra città,
senza esservi nemici, se non là dove lo imponga
il sacro dovere dell’ospitalità
a difesa di questo oppresso fanciullo.
Vi piaccia, perciò, rendere quel tributo
che in tutta onestà dovete a colui cui spetta,
e cioè a questo giovane principe.
Le nostre armi, allora, tranne che nell’aspetto,
avranno bloccata ogni capacità offensiva,
come un orso con la museruola,
e la potenza dei nostri cannoni
si riverserà inutilmente contro le invulnerabili nubi del cielo;
con una ritirata pacifica e senza alcuna molestia,
con spade immacolate e gli elmetti intatti,
riporteremo quindi a casa quel sangue generoso
che eravamo venuti qui disposti a spargere contro la vostra città,
lasciando in pace voi, i vostri figli, le vostre mogli.
Ma se voi stupidamente accantonerete l’offerta propostavi,
non sarà la cinta delle vostre mura di pietra antica
a potervi nascondere dai nostri messaggeri di guerra,
anche se tutti questi inglesi, con la loro scienza militare,
trovassero riparo nella loro rozza cerchia.
Rispondeteci, dunque;
ci riconosce, la vostra città, per signori,
nel nome di colui per il quale l’abbiamo chiesta?
O dovremo invece dare il via alla nostra rabbia