Page 320 - Shakespeare - Vol. 2
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fu incastonata in meno che oro. In Inghilterra
               hanno una moneta che reca l’effige di un angelo
               stampata in oro, ma quella vi è incisa sopra;               45
               mentre qui dentro in un letto d’oro

               giace un angelo. Datemi la chiave.
               Qui faccio la mia scelta, e possa aver fortuna.



              PORZIA
               Ecco, prendetela, principe; e se vi giace la mia immagine,
               allora sono vostra.



              MAROCCO
                               Per l’inferno! Che c’è qui?

               La Morte carogna,        46  con un rotolo di carta
               nella vuota occhiaia. Leggerò quel che c’è scritto.
                               Non è oro tutto quel che luce,
                               il proverbio te lo dice.

                               Molti han perso l’esistenza
                               mirando all’apparenza.
                               Racchiude vermi il dorato legno.            47
                               Fossi tu stato, oltre che audace, degno,

                               giovin di membra, vecchio di intelletto,
                               tale responso non avresti letto.
                               Addio, la tua domanda ebbe freddo effetto.
                                                    Freddo in verità, e lavoro perduto;

                                                    addio allora, calore, gelo benvenuto.
               Porzia, addio! Ho il cuore troppo afflitto
               per un tedioso congedo. Così parte chi è sconfitto.
                                                        Esce con il suo seguito. Fanfara di cornette.



              PORZIA

               Una felice liberazione. Via, accostate la tenda.
               Mi scelgano alla sua stessa maniera
               altri della sua pelle nera.       48
                                                                                                        Escono.



                                                  Scena VIII           EN
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