Page 315 - Shakespeare - Vol. 2
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SALERIO

                               L’ora è quasi passata.



              GRAZIANO
               E fa meraviglia che egli sia in ritardo,
               perché gli amanti corrono sempre più dell’orologio.



              SALERIO
               Oh, dieci volte più veloci le colombe di Venere

               volano a suggellare nuovi patti d’amore
               che non a mantenere la fedeltà già stipulata!



              GRAZIANO
               Ciò è vero sempre. Chi s’alza da un banchetto
               col pungente appetito con cui s’è seduto?
               Dov’è il cavallo che ripercorre

               i suoi tediosi passi con la foga scatenata
               con cui prima li mosse? Tutte le cose che ci sono,
               son con più ardore inseguite che godute.
               Com’è simile a un cadetto o a un figliol prodigo

               il vascello pavesato che salpa dal suo porto natìo,
               avvolto e abbracciato dalle brezze sgualdrine.
               Com’è simile al figliol prodigo quando ritorna,
               le costole snudate dal maltempo e le cenciose vele,

               sparuto, lacerato, e immiserito dalle raffiche sgualdrine.


                                                      Entra Lorenzo.



              SALERIO
               Ecco che arriva Lorenzo; ne riparleremo dopo.



              LORENZO
               Cari amici, scusate il mio lungo ritardo.
               Non io, ma i miei affari vi han fatto aspettare.
               Quando piacerà anche a voi rubarvi una moglie,

               vi aspetterò altrettanto a lungo. Avvicinatevi.
               Abita qui il mio padre ebreo. Ehi di casa!
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