Page 313 - Shakespeare - Vol. 2
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SHYLOCK
Sono invitato a cena fuori, Gessica,
eccoti le mie chiavi. Ma perché dovrei andarci?
Non mi invitano per affetto, mi lusingano;
ma io ci andrò per odio, per nutrirmi
a spese del prodigo cristiano. Gessica, ragazza mia,
bada alla mia casa. Mi ripugna proprio andare.
C’è del male che bolle in pentola contro la mia pace,
perché ho sognato sacchi di denaro stanotte.
LANCILLOTTO
Vi supplico, signore, andate. Il mio giovane padrone si aspetta il vostro
rimproccio. 38
SHYLOCK
Ed io il suo.
LANCILLOTTO
E loro hanno cospirato insieme. Non dirò che vedrete una mascherata, ma se
la vedrete, allora non è stato per caso che il mio naso s’è messo a sanguinare
lo scorso Lunedì Nero, alle sei del mattino, che cadeva quell’anno il Mercoledì
delle Ceneri quand’erano quattro anni nel pomeriggio. 39
SHYLOCK
Cosa, ci saranno mascherate? Ascoltami, Gessica:
spranga le porte, e, quando sentirai il tamburo
e il vile pigolìo del pifferaio dal collo torto,
non arrampicarti alle finestre allora
e non sporgere la testa sulla strada
a guardare folli cristiani dalle facce dipinte;
ma chiudi le orecchie della mia casa, voglio dire le mie finestre;
che il suono della futile vanità non entri
nella mia casa austera. Per il bastone di Giacobbe,
giuro che non ho voglia di cenare fuori stasera,
ma andrò. Va’ avanti, briccone.
Di’ che verrò.
LANCILLOTTO