Page 324 - Shakespeare - Vol. 2
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E così mi sono preparato. Buona fortuna, ora,
alla speranza del mio cuore! Oro, argento e vile piombo.
«Chi sceglie me, dovrà dare e azzardare tutto quello che ha».
Dovrai aver miglior aspetto prima che io dia o azzardi.
Che cosa dice il cofanetto d’oro? Ah, vediamo,
«Chi sceglie me, otterrà ciò che desiderano molti».
Ciò che desiderano molti: quel «molti» può significare
la sciocca moltitudine che sceglie dall’aspetto,
non apprendendo più di quanto l’occhio stolto insegna,
che non penetra all’interno, ma fa come il rondone
che costruisce sulle mura esposte alle intemperie,
proprio in balìa della cattiva fortuna.
Io non sceglierò ciò che desiderano molti,
perché non mi accordo con gli spiriti volgari
e non mi schiero con le barbare moltitudini.
A te, dunque, argentea casa di tesori.
Dimmi ancora una volta che iscrizione rechi:
«Chi sceglie me, avrà quanto si merita».
E ben detto anche, perché chi andrà in giro
a ingannare la fortuna e ad acquistare onore
senza il sigillo del suo merito? Nessuno presuma
di rivestire una dignità non meritata.
Oh se posizione, rango, carica, non fossero
ottenuti con la corruzione, e se il limpido onore
venisse acquistato dal merito di chi se ne riveste!
Allora quanti si metterebbero il cappello
che ora stanno a testa nuda! 51
Quanti prenderebbero ordini che ora li danno!
Quanti vili bifolchi sarebbero sradicati
di fra le vere piante dell’onore! E quanto onore
verrebbe tirato fuori dalla pula e dalla rovina dei tempi
per essere dipinto a nuovo! Bene, alla mia scelta.
«Chi sceglie me avrà quanto si merita».
Io rivendico il mio merito. Datemi una chiave per questo,
e subito disserro qui la mia fortuna.
Apre lo scrigno d’argento.