Page 304 - Shakespeare - Vol. 2
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GOBBO
Non posso pensare che siete mio figlio.
LANCILLOTTO
Io non so cosa pensare, ma io sono Lancillotto, il servo dell’ebreo e sono
sicuro che Ghita vostra moglie è mia madre.
GOBBO
Il suo nome è Ghita davvero. Giuraddio, se tu sei Lancillotto, sei carne e
sangue mio. Perdio, sia lode a lui, che barba hai fatto! Hai più peli al mento
di quanti ne ha sulla coda Dobbin il mio cavallo da tiro. 30
LANCILLOTTO
Sembra, allora, che la coda di Dobbin cresca all’incontrario. Sono sicuro che
l’ultima volta che l’ho visto aveva più peli nella coda di quanti ne ho io in
faccia.
GOBBO
Dio, come sei cambiato! Andate d’accordo tu e il tuo padrone? Gli ho portato
un regalo. Andate d’accordo?
LANCILLOTTO
Sì, sì, ma per parte mia, poiché ho deciso di puntar tutto sulla fuga, non
pianterò le tende finché non avrò corso per un bel pezzo. Il mio padrone è un
vero ebreo. Dargli un regalo? Dategli un capestro! Muoio di fame al suo
servizio. Potete contarmi con le costole tutte le dita che ho. Padre, sono
contento che siete venuto. Date per conto mio il vostro regalo a un certo
signor Bassanio che dà davvero meravigliose livree nuove. 31 Se non entro al
suo servizio, scapperò per tutta la terra che Dio ha fatto. O che meravigliosa
fortuna, eccolo che viene! Da lui, padre, ché sono anch’io ebreo, se servirò
ancora quell’ebreo.
Entra Bassanio, con Leonardo e una o due persone al seguito.
BASSANIO
Puoi far così, ma in fretta, che la cena sia pronta al più tardi per le cinque.
Guarda di consegnare queste lettere, fa’ preparare le livree e prega Graziano
di venir subito a casa mia.