Page 288 - Shakespeare - Vol. 2
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scrigni, d’oro, d’argento e di piombo, per cui chi sceglierà secondo il suo
intendimento sceglierà voi, certo non farà mai la scelta giusta se non chi
giustamente voi amerete. Ma si è riscaldato il vostro affetto per qualcuno dei
nobili pretendenti che sono già venuti?
PORZIA
Ridimmi i loro nomi, ti prego, e come li nomini io li descriverò, e dalla mia
descrizione tu indovina il mio affetto.
NERISSA
Prima c’è il principe napoletano.
PORZIA
Già, un pivello davvero, che non fa che parlare del suo cavallo e si fa grande
merito, fra le sue qualità, di saperlo ferrare da sé. Ho una gran paura che
monsignora sua madre se la sia intesa con un maniscalco.
NERISSA
Poi c’è il conte palatino.
PORZIA
Non fa che aggrottar le ciglia, come a dire: «Se non volete avermi, fatti
vostri». Se sente una storia buffa, mica ride. Temo che da vecchio sarà come
quel filosofo piagnucoloso, 16 visto che è così pieno di scorbutica tristezza in
gioventù. Preferirei sposare una testa di morto con un osso in bocca piuttosto
che uno di questi due!
NERISSA
Che mi dite del signore francese, Monsieur Le Bon?
PORZIA
Dio l’ha fatto e quindi passiamolo per uomo. In verità, so che deridere è
peccato, ma lui! Ah, ha un cavallo migliore di quello del napoletano, una
migliore cattiva abitudine di aggrottar le ciglia del conte palatino, è ognuno e
nessuno; se canta un tordo, si mette a far le capriole; e tirerebbe di spada
con la propria ombra. Dovessi sposarlo, sposerei venti mariti. Mi disprezzasse
lo perdonerei, perché se mi amasse alla follia non potrei mai ricambiarlo.