Page 251 - Shakespeare - Vol. 2
P. 251

visto come una deflorazione (IV, ii, 252-253).

              76 III, i, 10 Il discorso di Constance riprende il tema della tickling commodity. Sopraffatta dalle politiche
                 familiari altrui (Giovanni che usa la nipote, Filippo che usa il figlio), Constance si vede impossibilitata a
                 usare il figlio, ed esce allora dalla logica degli interessi per partecipare della posizione “esterna” del
                 Bastardo, divenendo prima voce etica contro la politica, e infine pura figura della pazzia e del dolore
                 nudo del mondo.
              77 III, i, 43 Si riprende il tema, già accennato e segnalato, della corrispondenza metafisica tra fisico e
                 morale: i luoghi più rilevanti sono I, i, 85-90; 201; 210-211; II, i, 99-109; 497-504; 511-521; IV, ii,
                 220-229 ecc.

              78 III,  i,  52  Natura  e  Fortuna  erano,  secondo  convenzione,  nemiche,  e,  anzi,  il  dibattito  sul  loro
                 contrasto  costituisce  un topos  della  moralistica  classica,  come  in  Seneca  o  Plutarco.  L’esercizio
                 retorico arriva fino a Shakespeare, e si veda, ad esempio, Come vi piace, I, ii, 40-41, dove Rosalind
                 sostiene che «Fortune reigns in gifts of the world, not in the lineaments of nature». Il motivo della
                 Fortuna compare spesso in Re Giovanni, che è stato letto anche in questa chiave, come tragedia
                 della Wheel of Fortune (si veda R. Chapman, The Wheel of Fortune Shakespeare’s Historical Plays,
                 in «Review of English», I, 1950, pp. 1-7). Anche il successivo (v. 56) paragone di Fortuna con la
                 grande prostituta di Babilonia, «con la quale i re della terra hanno commesso adulterio» (Apocalisse
                 XVII, 2) è un luogo classico.

              79 III, i, 78 plays the alchemist: cioè, trasformano in oro ciò che toccano i suoi raggi. Si confronti col
                 sonetto 33.

              80 III, i, 85 golden letters: riferimento ai calendari e agli almanacchi d’epoca. Per Shakespeare «rosso»
                 e  «dorato»,  «lettere»  e  «numeri»  sono  espressioni  intercambiabili.  Si  vedano,  in  proposito, Pene
                 d’amor perdute, V, ii, 44, «my red dominical, my golden letter»; Macbeth, II,  iii,  112,  «His  silver
                 skin laced with his golden blood». Ma anche qui, nel Re Giovanni stesso, cfr. II, i, 316.
              81 III, i, 87 out of the week: cfr. Giobbe III, 6.
              82 III, i, 90 this day: cfr. Matteo XXIV, 19.

              83 III, i, 100 being touch’d and tried: cfr. Riccardo III, IV, ii, 8-9; e Timone d’Atene, III, iii, 6.
              84 III, i, 103 Gioco di parole tra arms (armi), arms (braccia) e arms (stemmi, scudi araldici).
              85 III,  i,  105 Cold  è  stato  spesso  emendato,  ma  la  metafora  non  è  diversa  qui  da II,  i,  479. Cold
                 segnala qualcosa che sta morendo (si veda, ad esempio, Misura per misura, III, i, 118); così come
                 painted, in opposizione a ciò che è naturale, sta spesso a indicare ‘falsità’ o ‘finzione’.
              86 III, i, 108 Vedi Isaia LIV, 4-5.
              87 III, i, 129 calve’s-skin: era la divisa del fool, del buffone.

              88 III,  i,  136  Anche  la  creazione  di  Pandolfo  è  basata  sulla  fusione  di  due  diversi  personaggi  storici:
                 Pandolfo di Lucca, fatto cardinale nel 1182, e Pandolfo di Norwich, fatto nunzio presso Giovanni nel
                 1211 e legato nel 1218. La parte svolta da Pandolfo nell’atto V, sarà poi quella storicamente svolta
                 dal cardinale Guala Bicchieri.
              89 III, i, 143 Langton fu consacrato vescovo nel 1207. Dopo il rifiuto di Giovanni si rifugiò a Pontigny, in
                 Francia, e poté rientrare in Inghilterra solo nel 1213.
              90 III, i, 148 Giovanni pone la differenza fra i re e gli altri, attribuendo a ognuno diversi elementi: ai re
                 l’aria (breath), agli altri la terra (earthy).
              91 III, i, 155 supreme head: l’espressione è un anacronismo, perché il titolo risale al 1534; ma tutto il
                 discorso di Giovanni rimanda allo scontro tra la regina Elisabetta e il papa.
              92 III, i, 160 usurp’d authority: è la designazione comune che nell’Inghilterra protestante si dava della
                 figura papale. Nel King Johan di Bale (1540), Usurp’d Authority è addirittura un personaggio.
   246   247   248   249   250   251   252   253   254   255   256