Page 256 - Shakespeare - Vol. 2
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168 V, i, 55 to become: col senso di ‘adornare’, ‘rendere grazioso’; usato così anche in La bisbetica
domata, II, i, 253-254, e Edoardo III, II, i, 395-396.
169 V, i, 71 flesh: commenta J.D. Wilson: «to flesh one’s maiden sword significava usarla per la prima
volta in battaglia. Cfr. Enrico VI, parte prima, IV, vii, 36».
170 V, i, 77 È la battuta che molti critici hanno usato per indicare la designazione del Bastardo come
vero “eroe” del dramma.
171 V, ii, didascalia Shakespeare mescola qui il pellegrinaggio dei nobili nel 1214 a St. Edmundsbury (oggi
Bury St. Edmunds), provincia del Suffolk, con lo sbarco in Inghilterra di Luigi nel 1216. Secondo
Holinshed nessun documento fu scritto nelle due occasioni, ma sono questi gli anni della Magna
Charta (1215).
172 V, ii, 3 precedent: per quasi tutti i commentatori significa ‘l’originale’; per J.D. Wilson, che fa
riferimento a Riccardo III, III, vi, 7, ‘la brutta copia’.
173 V, ii, 36 Si accetta l’emendamento grapple al posto di cripple, come più logico a conclusione della
metafora marina; grapple inoltre, è già stato usato in III, i, 104 e in V, i, 61. L’immagine
dell’Inghilterra che come una nave veleggia attraverso l’oceano, appare già in Marlowe, Edoardo II,
I, iv, 49. Il tema, invece, della dimenticanza di se stessi, riprende il lamento di Constance in III, iv,
49.
174 V, ii, 46 Cfr. II, i, 339-340.
175 V, ii, 55 A partire dal «terremoto» del v. 42, tutta una serie di metafore hanno legato fenomeni del
macrocosmo − terremoti, inondazioni, meteore, tempeste − con quelli del microcosmo: un volto
sfigurato dalle emozioni.
176 V, ii, 64 an angel spake: dopo la precedente allusione alla ricchezza, è difficile non leggere in questa
battuta il doppio senso, fatto notare più volte, legato al termine angel (angelo-moneta).
177 V, ii, 79 propertied: conio shakespeariano Lo si trova anche in La dodicesima notte, IV, ii, 101.
178 V, ii, 99-100 È storicamente la posizione e il lamento della Spagna, dopo che si era impegnata nella
crociata contro Elisabetta dietro la promessa di aiuti finanziari del papato (cfr. Campbell, p. 149).
179 V, ii, 104 Vive le roi!: era anche un’espressione di un gioco di carte molto popolare all’epoca. Di qui la
metafora seguente, con bank’d, nel significato di ‘incassare’, ‘passare dal banco’.
180 V, ii, 118 Si noti che il Bastardo, prima di ricevere l’investitura, in V, i, 77, aveva sprezzato ogni fair
play in V, i, 67.
181 V, ii, 127 È una frase sintatticamente ambigua, in cui sia blood che fury possono essere sia
soggetto che complemento oggetto. L’immagine probabilmente rimanda alle Eumenidi, che per gli
elisabettiani erano sempre associate al sangue e al veleno.
182 V, ii, 133 È uno scherno rivolto al Delfino, cui già era stato rivolto il beardless boy di V, i, 69.
183 V, ii, 144 Il crow francese è opposto all’eagle del v. 149, simbolo della nazione inglese. Il raffronto è
usuale in Shakespeare: cfr. Troilo e Cressida, I, ii, 263 e Coriolano, III, i, 138.
184 V, ii, 153 Comincia a delinearsi la strategia di quest’ultimo atto, tesa a separare quella simbiosi tra la
figura dell’Inghilterra e quella del suo re che era stata invece la chiave simbolica degli atti precedenti.
185 V, ii, 159 È l’ultimo dei tanti rimbrotti volti a mettere il Bastardo al “suo posto” (I, i, 64, 227 e 243;
II, i, 147; III, i, 134; IV, iii, 94) e che possono quindi far dubitare dell’intenzione di farne l’eroe del
dramma.
186 V, iii, 3 fever: la febbre è menzionata qui per la prima volta, e solo in V, vi, 23 sapremo che è
legata ad un avvelenamento. In Holinshed la morte di Re Giovanni, come del resto quella di Arthur,
rimane avvolta in molti dubbi.