Page 254 - Shakespeare - Vol. 2
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129 III, iv, 114 strongest: l’immagine risale alla teoria medica della «crisi» come momento risolutivo delle
                 malattie.
            130 III,  iv,  162-181  Il  discorso  di  Pandolfo  è  interessante  per  vari  motivi:  da  un  lato  ci  offre,  per
                 interposta  persona,  e  quindi  quasi  accentuandone  la  necessità,  le  ragioni  dell’assassinio  di  Arthur;
                 dall’altro sottolinea ancora una volta il legame di questa vicenda con quella tutta contemporanea tra
                 Elisabetta  e  Maria  di  Scozia.  Il  consiglio  dato  da  Pandolfo  a  Luigi  ricalca  infatti  quello  dato  dal
                 cardinale  Allen,  o  dal  papa  stesso,  a  Filippo  di  Spagna  quando  lo  pregò  di  rinviare  la  spedizione
                 antinglese a dopo la morte di Maria di Scozia (cfr. L.B. Campbell, p. 159).
            131 III,  iv,  166 lips:  è  un’altra  delle  numerosissime  immagini  che  accomunano  guerra  e  rivolta  a  uno
                 stupro: II,  i,  97-98; III,  i,  171-172  ecc.  Il  tema,  invece,  dell’unacquainted  change  anticipa  e
                 rimanda al long’d-for change di IV, ii, 8.
            132 IV,  i, didascalia Storicamente la scena si dovrebbe svolgere in una prigione di Rouen. Nel dramma
                 siamo  invece  in  Inghilterra,  in  una  località  imprecisata,  anche  se  si  sono  fatte  molte  ipotesi:
                 Northampton, Dover, Canterbury, e la torre di Londra. La fonte principale dell’episodio è il  Chronicon
                 Anglicanum di Ralph Coggeshall, del quale l’Holinshed offre un riassunto in inglese.
            133 IV,  i,  1  La  scena  dell’accecamento  “rientrato”  di  Arthur  è  il  culmine  drammatico  dell’opera.  Lo
                 scontro  Francia-Inghilterra-Papato,  condotto  sinora  in  termini  politici  e  ideologici,  produce  le  sue
                 intollerabili conseguenze. Secondo una perfetta aderenza al suo tema politico, nel Re Giovanni non ci
                 sono cattivi, ma solo il male.
            134 IV, i, 3 Cfr. V, ii, 28.
            135 IV, i, 31 warrant: con ironia involontaria e drammatica Arthur impiega lo stesso termine (v. 6) che lo
                 condanna a morte, e la reazione di Hubert sarà automatica: mostrargli il foglio evocato.
            136 IV, i, 46 watchful minutes: l’immagine riprende il watch del v. 30, mescolandola con la successiva del
                 watchful day (III, iii, 52).
            137 IV, i, 49 good love: semplice atto di gentilezza. Si veda, per un uso simile, Misura per misura, II, iii,
                 42-43; Pericle, II, iv, 49.
            138 IV, i, 57 La medesima espressione verbale, con soggetto questa volta l’Inghilterra, riapparirà in V,
                 vii, 112.
            139 IV, i, 60 iron age: l’uso non è soltanto metaforico; ci si riferisce anche all’ultima e infima delle quattro
                 età classiche: oro, argento, bronzo e ferro. Il legame con il metallo dello strumento di tortura e i
                 tempi ne costituisce invece il nesso metaforico.
            140 IV, i, 94 boisterous: col significato di ‘doloroso’ è usato anche in Romeo e Giulietta, I, iv, 26.
            141 IV, i, 110 Cfr. Riccardo II, V, i, 49 e il sonetto 73.

            142 IV,  ii,  2 eyes: sineddoche per ‘nobili’. L’immagine però, dopo la scena precedente, acquista ironia
                 drammatica.

            143 IV, ii, 8 Cfr. III, iv, 166.
            144 IV, ii, 18 Cfr. III, iv, 108.

            145 IV, ii, 27 Immagini connesse col vestiario erano già apparse ai vv. 5-6. Qui la veste “nuova” assolve
                 a  una  triplice  funzione  metaforica:  rende  irriconoscibile  le  vecchie  forme,  maschera  la  realtà
                 introducendo il dubbio, e costituisce la nuova veste dell’apparenza incoronata.
            146 IV,  ii,  52  A  proposito  di  questa  scena,  commenta  la  Campbell:  «È  Arthur  prigioniero  che  ci  viene
                 presentato, perché è Maria prigioniera che ricevette il sostegno della nobiltà inglese. Holinshed non
                 fa cenno che l’aristocrazia avesse un qualche interesse nel prigioniero, ma la nobiltà cattolica sotto
                 Elisabetta  suscitò  la  ribellione  del  nord  e  quella  lotta  degli  anni  seguenti  durante  i  quali  il  duca  di
                 Norfolk fu condannato a morte per i suoi sforzi a favore di Maria» (pp. 157-158).
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