Page 247 - Shakespeare - Vol. 2
P. 247
Joan».
26 I, i, 190 L’uso dello stuzzicadenti indicava una consuetudine con i paesi che dettavano mode,
Francia e Italia.
27 I, i, 193 picked: ha almeno tre diverse connotazioni: a) affettato, alla moda (come in Pene d’amor
perdute, V, i, 14, «He is too picked, too spruce, too affected, too odd...»); b) che si è pulito i
denti; c) prescelto.
28 I, i, 195-197 Question ... Answer ... Absey book: si allude ai manuali elementari di buone maniere,
che erano composti a catechismo, con domande e risposte.
29 I, i, 205 worshipful society: è citazione ciceroniana, là dove, nel De Officiis, a proposito
dell’ambizione, si parla di come «difficillimum sit servare sanctam societatem» (I, 8).
30 I, i, 208 observation: per l’uso, piuttosto raro, di observe, con il senso di ‘ossequiare’, cfr. Amleto,
III, i, 163: «the observ’d of all observers, quite, quite down».
31 I, i, 209 smoke: non ha niente a che fare col ‘fumo’, ma è semplice variante grafica dello smack
precedente.
32 I, i, 211-212 exterior form, outward accoutrement ... inward motion: abbiamo qui un altro dei temi
profondi del dramma. Per alcuni personaggi, legati al passato, il fisico manifesta il metafisico,
l’esteriore è segno dell’interiore: si vedano Eleonora I, i, 85-90, Constance III, i, 43-54. Ma il
principio verrà costantemente smentito dall’epoca “nuova”, e così, ad esempio, la somiglianza tra
Arthur e suo padre Geoffrey non varrà a stabilire i suoi diritti (II, i, 99-109) a differenza di quanto
era accaduto per il Bastardo.
33 I, i, 219 Il gioco di parole, non certo originale, è tra il ‘corno’ dei ‘postini’ reali, equivalenti alle sirene
d’ambulanze e polizia odierne, e le ‘corna’; inoltre, in tutte le storielle sui cornuti, il marito che suona il
corno è quello che rende pubblica la sua sventura. Si veda, per esempio, Chapman, All fools, V, ii,
180.
34 I, i, 225 Colbrand: un gigante danese che è l’ultimo e più terribile avversario di Guy di Warwick, eroe
eponimo di un poemetto popolare del XIV secolo.
35 I, i, 231 L’allusione primaria è alla celebre elegia su di un passero di J. Skelton, Philip Sparrow, la cui
fortuna fu tale da legare per sempre il nome di Philip a quello dei passeri. Ma al di là dell’allusione, qui
è da sottolineare la valenza sociale della battuta. Il Bastardo si rivolge a Gurney in forma eloquente,
adatta al suo nuovo status, usando nome e cognome seguiti da un corretto formulario cortese.
Gurney invece risponde in tono familiare, usando un good che si usa solo con i pari o con gli inferiori.
Di qui la reazione del nobile “nuovo”. Ricordando che l’elegia di Skelton è su un passero morto,
potremmo tradurre la battuta in un «Philip? Non esiste più, ora c’è un Sir Richard».
36 I, i, 236-237 Battuta non chiara e variamente interpretata a seconda di dove si metta la
punteggiatura e di come si interpreti marry, esclamazione o verbo. Traducendo abbiamo seguito
l’ipotesi di J.D. Wilson che, ad esempio, non mette virgola tra marry e to confess, e legge allora
«Avrebbe potuto farcela, diciamocelo pure, anche se non si dovrebbe, Sir Robert a generarmi?».
Per l’uso shakespeariano di to do col significato di ‘far l’amore’ si vedano almeno Tutto è bene, II, iii,
245, e Timone d’Atene, IV, i, 8.
37 I, i, 244 Basilisco: allusione a un personaggio del dramma Soliman and Persede, da alcuni attribuito
al Kyd, e molto popolare all’epoca. Si tratta di un cavaliere vigliacco, ossessionato dalla sua nobiltà,
che reclama anche quando è costretto a inginocchiarsi davanti al proprio servo. Lo stesso lavoro
sarà citato ancora in II, i, 75.
38 I, i, 259 by this light: si tratta d’una formula di giuramento piuttosto comune, equivalente all’altra,
precedentemente usata, by night or day (I, i, 165).
39 I, i, 261 privilege: nelle traduzioni romantiche, la frase viene spesso interpretata quasi al contrario: «i