Page 1827 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1827

Perché questo è un deserto?
                                                    Perché non c’è anima? No.
                               Lingue a ogn’albero appendo
                                                    che gentilezze dicano.

                               Una, che la vita è un breve
                                                    inutile vagabondaggio,
                               e che se misuri una spanna
                                                    hai misurato il suo viaggio.

                               Due, che tra amico e amico
                                                    ogni promessa vien rotta,
                               ma sui rami più limpidi
                                                    o alla fine d’ogni motto,

                               io scriverò Rosalinda,
                                                    così chi legge impara
                               che l’essenza di ogni anima
                                                    in lei, lei sola appare.

                               Perciò alla Natura fu detto
                                                    che in un sol corpo chiudesse
                               ogni virtù al suo estremo.
                                                    E la Natura compresse

                               guance d’Elena, non cuore,
                                                    di Cleopatra la maestà,
                               di Atalanta il meglio,
                                                    di Lucrezia la castità.

                               Così il divino consesso
                                                    la formò con molti brani,
                               con occhi, facce e cuori,
                                                    perché avesse i tocchi più rari.

                               Il Cielo volle lei così fornita,
                               ed io suo schiavo, in questa e l’altra vita.



              ROSALINDA
          O dolcissimo Giove, che razza di tiritera amorosa barbosa hai rifilato ai tuoi
          parrocchiani, e senza mai strillare “Pazienza buona gente!”.



              CELIA
          Ah, dunque, amici spioni? Scostati un poco, pastore. E tu con lui, mariolo.
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