Page 1825 - Shakespeare - Vol. 2
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invidio la fortuna; son contento del bene degli altri e non mi lagno se mi va
male; e il più grande orgoglio mio è di vedere brucare le pecore e gli agnelli
succhiar le poppe.
TOUCHSTONE
Altro peccato di dabbenaggine! Metti assieme pecore e montoni e vuoi
guadagnarti la vita con la copula del bestiame: insomma fai da ruffiano a un
pecorone col campanaccio al collo, e fai metter sotto un’agnella di dodici mesi
a un vecchio caprone cornuto con la zucca storta, che è un far fottere
irragionevole. Se questo non basta a dannarti allora è il diavolo stesso che
non accetta pastori. Altrimenti non vedo come ti potrai salvare.
CORIN
Guarda chi arriva, il signorino Ganimede, il fratello della nuova padrona.
Entra Rosalinda (leggendo un foglio).
ROSALINDA
Dall’India d’Oriente all’altra India
non c’è gemma come Rosalinda.
La sua fama dal vento spinta
porta ovunque Rosalinda.
La pittura meglio dipinta?
Crosta, appetto a Rosalinda.
E ogni faccia è in mente stinta
tranne la bella Rosalinda.
TOUCHSTONE
Be’, di versi così ne riesco a fare per otto anni di fila, tolte sempre le ore di
pranzo, cena e sonno. Marciano come le comari che vanno al mercato a
vendere il burro.
ROSALINDA
Ma va’, buffone!
TOUCHSTONE
Ne volete un assaggio?