Page 1822 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1822

Escono.



                                                    Scena II         EN


                                      Entra Orlando (con un foglio in mano).



              ORLANDO
               Pendete lì, miei versi, per testimoniare

               il mio amore. E tu, regina della notte,            15
               tre volte incoronata, dalla tua
               pallida sfera lassù, co’ tuoi casti occhi,
               riguarda il nome della tua cacciatrice

               che tiene in mano tutta la mia vita.
               Questi alberi saranno, o Rosalinda,
               i miei taccuini, e sulla loro scorza
               inciderò i miei pensieri, sì che ogn’occhio

               che s’apre in questo bosco vi vedrà
               la tua virtù testimoniata ovunque.
               Corri, su corri, Orlando, e su ogni albero incidi
               la bella, casta, indicibile lei.

                                                                                                           Esce.


                                             Entrano Corin e Touchstone.



              CORIN
          Allora, mastro Touchstone, vi piace questa vita da pastore?



              TOUCHSTONE
          Per dirti il vero, pastore mio, pigliata in sé è una vita discreta; ma se pensi
          che  è  una  vita  di  pastore,  fa  schifo.  In  quanto  che  l’è  solitaria,  l’apprezzo
          molto; ma in quanto appartata mi fa vomitare. Visto poi che si vive nei campi

          mi piace assai; ma visto che non è a corte è noiosa da morire. Frugale com’è,
          guarda, s’adatta bene al mio umore; ma dato che non dà di più, mi sdegna lo
          stomaco. Hai qualche frustolo di filosofia, pastore?



              CORIN
          Be’, quel tanto che serve a capire che più uno è malato e peggio sta; e che
   1817   1818   1819   1820   1821   1822   1823   1824   1825   1826   1827