Page 1595 - Shakespeare - Vol. 2
P. 1595

ENRICO

          Forse lo sa, Kate, qualcuno del tuo seguito. Glielo chiederò. Andiamo, lo so
          che mi ami, e che la notte, quando vi chiuderete in camera vostra, farai a
          questa gentildonna tante domande su di me; e io so già, Kate, che con lei

          troverai da ridire su quelle mie qualità che in cuor tuo ti son care. Ma, mia
          buona Kate, infierisci su di me dolcemente, visto che, nobile principessa, io ti
          amo ferocemente. Se mai tu sarai mia, Kate, e qui dentro una fede salutare
          mi dice che lo sarai, io t’avrò conquistata d’assalto, e tu, per forza di cose, ti
          dimostrerai  una  fattrice  di  buoni  soldati.  Non  potremmo  tu  ed  io,  tra  San

          Dionigi e San Giorgio, combinare fra noi un ragazzo mezzo francese e mezzo
          inglese, capace di andare fino a Costantinopoli a tirare la barba al Turco?                         164
          E perché no? Che ne dici tu, mio bel fiordaliso?



              CATERINA
          Io non so questo.



              ENRICO

          Certo  che  no:  questo  si  saprà  dopo,  ma  ora  si  tratta  di  promettere.
          Promettetemi fin da ora, Kate, che vi darete da fare per la metà francese di
          un  tale  rampollo,  e  per  la  metà  inglese  avrete  la  mia  parola  di  re  e  di
          scapolo. Cosa mi rispondete, la plus belle Katharine du monde, mon très cher
          et divin déesse?



              CATERINA

          La  Vostra Majesté  parla  un  francese  tanto fausse  da  ingannare  la  più sage
          demoiselle che essere en France.



              ENRICO
          Accidenti al mio falso francese! Sul mio onore, e in buon inglese, Kate, io ti
          amo: e sul mio onore io non oso giurare che tu ami me. Eppure il mio sangue

          comincia  a  illudermi  che  sia  così,  malgrado  l’aspetto  tutt’altro  che
          accattivante delle mie fattezze. Maledetta ambizione di mio padre! Lui non
          pensava che alle guerre civili quando mi concepì: ecco perché venni al mondo
          con questa dura scorza, con questa grinta ferrigna, da spaventar le signore,
          quando mi provo a far loro la corte. Ma in fede mia, Kate, il mio aspetto non

          può  che  migliorare  col  passare  degli  anni;  e  mi  conforta  il  fatto  che  la
          vecchiaia, quella guastatrice della bellezza, non può fare altri danni alla mia
          faccia. Tu mi avrai, se vorrai avermi, nel mio aspetto peggiore; ma mi godrai,
   1590   1591   1592   1593   1594   1595   1596   1597   1598   1599   1600