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senza una falce, negletto, infestato di erbacce,
è fecondato dall’incuria e non produce nient’altro
che ignobili bardane, cardi spinosi, lappole e cicute,
perdendo ogni bellezza e utilità.
E come le nostre vigne, i maggesi, i prati e le siepi,
deviati dal loro fine, inselvatichiscono,
così le nostre famiglie, i nostri figli, noi stessi
abbiam perduto, o non troviamo il tempo di coltivare,
le scienze che dovrebbero ornare il nostro paese,
ma veniam su come selvaggi − come soldati
che non fan nulla se non pensare al sangue −
torvi, imprecanti e malvestiti,
e imbarbariti in modo innaturale. 160
Per riportare ogni cosa al suo aspetto di sempre
voi siete qui adunati; e il mio discorso v’implora
di dirmi per quale ostacolo la Pace gentile
non viene ancora a liberarci di tali jatture
e a benedirci dei suoi favori come già in passato.
ENRICO
Se, Duca di Borgogna, voi volete la pace
in assenza della quale si moltiplicano i danni
che avete enumerato, voi quella pace dovrete pagarvela
accedendo in tutto e per tutto alle nostre giuste richieste,
il cui tenore generale, come pure i dettagli,
son già, concisamente enunciati, in vostro possesso.
BORGOGNA
Il Re ne è a conoscenza; ma ad esse ancora
non ha dato risposta.
ENRICO
Ebbene, allora la pace
che avete or ora caldamente impetrato, dipende da lui.
RE DI FRANCIA
Io ho, ma in verità di sfuggita,
dato un’occhiata alle clausole: Vostra Grazia si degni