Page 1581 - Shakespeare - Vol. 2
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In questo foglio si parla di diecimila Francesi
che son caduti sul campo; e fra questi, di prìncipi
e nobili con tanto di stemma, ne giacciano morti
centoventisei; in aggiunta a costoro
i cavalieri, scudieri e gentiluomini in armi
sono ottomila e quattrocento, e di essi
cinquecento furon fatti cavalieri non più tardi di ieri:
Cosicché sui diecimila da essi perduti
solo mille e seicento sarebbero i mercenari:
il resto son prìncipi, baroni, duchi, cavalieri e scudieri
e gentiluomini di rango e di sangue.
I nomi dei loro nobili che sono caduti:
Charles D’Alberet, Gran Connestabile di Francia,
Jacques di Châtillon, Ammiraglio di Francia,
il capo dei balestrieri, Signor di Rambures,
il Gran Ciambellano di Francia, il prode Ser Guichard Dauphin;
Giovanni Duca d’Alençon, Antonio Duca di Brabante,
il fratello del Duca di Borgogna,
ed Edoardo Duca di Bar. Fra i conti gagliardi,
Grandpré e Roussi, Fauconbridge e Foix,
Beaumont e Marle, Vaudemont e Lestrelles.
Una compagnia della morte davvero principesca!
Dov’è l’elenco dei nostri caduti inglesi?
Edoardo Duca di York, il Conte di Suffolk,
Sir Richard Keighley e Davy Gam, scudiero;
nessun altro di rango, e di soldati semplici
venticinque soltanto. O Dio, questa è opera Tua! 148
e non a noi, ma unicamente al Tuo braccio
tutto questo è dovuto! Quando mai, senza alcun stratagemma,
in uno scontro leale, una battaglia in piena regola,
si eran mai viste perdite sì grandi e sì infime
dall’una parte e dall’altra? Prendila tu, Signore:
questa vittoria è solamente Tua!
EXETER
Una cosa inaudita!
ENRICO