Page 1560 - Shakespeare - Vol. 2
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Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester,               125
               saran di bel nuovo evocati fra i calici colmi.
               E questa storia il brav’uomo insegnerà a suo figlio;
               e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai,

               da questo giorno sino alla fine del mondo,
               senza che in esso ci si ricordi di noi:
               noi i pochi, i pochi eletti, noi fratelli in armi.
               Giacché chi oggi versa il suo sangue con me

               sarà mio fratello: per quanto di bassi natali,
               in questo giorno si farà nobile la sua condizione.
               E i gentiluomini che ora, in Inghilterra, si trovano a letto,
               si danneranno l’anima per non esserci stati,

               e si sentiran menomati, quando prende la parola
               un uomo che combatté con noi il giorno di San Crispino.


                                                      Entra Salisbury.



              SALISBURY
               Mio sovrano e signore, prendete d’urgenza il comando:
               i Francesi son già belli e schierati in ordine di battaglia,

               e si preparano ad un assalto impetuoso.



              ENRICO
               Tutto è pronto a riceverli, se i nostri cuori son pronti.



              WESTMORELAND
               Perisca l’uomo che ora si tira indietro!



              ENRICO
               Non li vuoi più, cugino, i rinforzi dall’Inghilterra?



              WESTMORELAND
               Per amor di Dio! Magari, sire, fossimo solo noi due
               senz’altro aiuto, a batterci in questo scontro di re!



              ENRICO

               Ecco, adesso vorresti sottrarmene cinquemila, di uomini:
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