Page 1552 - Shakespeare - Vol. 2
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Sta’ tranquillo che lo farò, a costo di dartele alla presenza del Re.
WILLIAMS
Mantieni la parola. In bocca al lupo!
BATES
Fate la pace, imbecilli d’Inglesi, fate la pace! Abbiamo abbastanza conti da
regolare coi Francesi, se solo sapeste farli, i conti!
ENRICO
In effetti, i Francesi posson scommettere venti testoni contro uno che ci
batteranno, visto che se li portano sulle spalle, i testoni; ma non è mica un
reato per noialtri Inglesi, scapitozzare i Francesi, e domattina il Re in persona
si farà tosateste. 115
Escono i soldati.
Tutto in conto al re! Le nostre vite, le nostre anime,
i debiti, le nostre mogli angosciate,
i nostri figli, i nostri peccati: tutti in conto al re! 116
Tutto sulle nostre spalle! O dura condizione,
gemella della grandezza, ma soggetta al mugugno
di ogni imbecille, incapace di sentir altro
che il mal di pancia! A quale infinita pace dello spirito,
comune privilegio dei sudditi, rinunciano i re!
E che cos’hanno i re, che non abbiano anche i privati,
se non il cerimoniale, se non il fasto regale?
E cosa sei tu, o idolo del fasto regale?
Che razza di deità sei mai tu, che sopporti
afflizioni più gravi dei tuoi adoratori mortali?
Dove sono le tue rendite? Dove i profitti?
O fasto regale, dimostrami un po’ quanto vali!
Cosa c’è, al cuore di tanta adorazione?
Che altro sei tu, se non il rango, il grado, la forma esteriore
che incuton negli uomini soggezione e timore?
In questo sei meno felice, nell’incuter timore,
di quanto non sia chi ha paura di te.
Che cosa bevi sovente, in luogo di omaggio affettuoso,
se non velenose lusinghe? Oh, cadi malata, suprema grandezza,
e ordina al tuo fasto regale di trovarti una cura!