Page 1548 - Shakespeare - Vol. 2
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ENRICO
No, né sarebbe opportuno che lo facesse. Perché, sia detto tra noi, credo che
il Re non sia altro che un uomo come me: il profumo di una violetta lo sente
come lo sento io; il firmamento gli appare come appare a me; tutti i suoi
sensi non sono che facoltà umane. Messe da parte le pompe regali, la sua
nudità non rivela che un uomo, e anche se le sue passioni si libran più in alto
delle nostre, pure, quando si abbassano a terra, lo fanno con le stesse ali.
Perciò, quando ha buone ragioni di aver paura, come noi adesso, la sua paura
ha indubbiamente lo stesso sapore della nostra: eppure, a rigore, nessuno
dovrebbe comunicargli la minima traccia di paura, per evitare ch’egli,
facendola trasparire, possa scoraggiare il suo esercito.
BATES
Potrà far mostra di tutto il coraggio che vuole, ma credo che, anche in una
notte fredda come questa, preferirebbe starsene a mollo nel Tamigi con
l’acqua alla gola: e magari fosse così, ed io con lui, a costo di qualunque
rischio, pur di levarci da qui.
ENRICO
In fede mia, vi dirò in coscienza cosa penso del Re: penso che non vorrebbe
trovarsi in un luogo diverso da quello in cui sta.
BATES
Allora vorrei che stesse qui da solo: avrebbe la certezza di venir riscattato, e
a un sacco di poveri diavoli si salverebbe la vita.
ENRICO
Sicuramente non gli volete abbastanza male da desiderare che resti qui solo,
anche se parlate così per sondare le opinioni degli altri. Quanto a me, credo
che non potrei morire contento da nessun’altra parte se non in compagnia del
Re, dal momento che la sua causa è giusta e la sua guerra onorevole.
WILLIAMS
Questo è più di quanto sappiamo noi.
BATES
Certo, ed è più di quanto sia giusto voler sapere; a noi basta sapere che