Page 1498 - Shakespeare - Vol. 2
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e giurato, in combutta col Re di Francia,
di ucciderci, e proprio qui a Southampton. E anche
quest’altro cavaliere, a noi non meno legato di Cambridge
dai benefici ricevuti, ha giurato così. Ma, oh,
Lord Scrope, che posso dire a te, creatura
feroce, ingrata, inumana e crudele?
Tu avevi in mano le chiavi di tutti i miei segreti,
mi conoscevi a fondo, sin nel profondo del cuore,
avresti potuto coniare in oro la mia persona, 45
se avessi voluto sfruttarmi pei tuoi interessi:
è mai possibile che il soldo dello straniero
abbia potuto far sprizzare da te una sola scintilla di perfidia,
tanto da scottarmi un mignolo? È davvero incredibile;
e anche se l’evidenza del fatto spicca chiara e lampante,
come il nero sul bianco, i miei occhi stentano a credervi.
Il tradimento e l’assassinio son sempre andati a braccetto
come una pariglia di diavoli l’un all’altro votati,
che esprimono la loro natura in modo sì ovvio e palese
da non destare nessun coro di stupore.
Tu invece, contro ogni ordine naturale, hai ricondotto
tale stupore ad affiancar tradimento e assassinio;
e quale che sia l’astuto demonio
che ti ha manipolato in modo così innaturale,
si è guadagnato, all’inferno, la fama di artista preclaro:
ogni altro diavolo tentatore che induca a tradire
pasticcia e s’arrabatta, nell’opera di dannazione,
con toppe, forme e colori da lui sottratte
alle luminose apparenze di virtù e religione.
Chi ti ha plagiato, invece, chi ha fatto di te un ribelle,
nessun motivo ti ha dato perché tu dovessi tradire,
se non per fregiarti del titolo di traditore.
Se quello stesso demonio che ti ha così infinocchiato
andasse a caccia pel mondo intero a passo da leone,
potrebbe tornarsene alle immensità del Tartaro
e dire alle legioni invernali: “Mai troverò una preda
facile quanto l’anima di quell’inglese”.
Oh, come hai impastato con il sospetto
la serenità della fiducia! Esistono, gli uomini devoti?