Page 1496 - Shakespeare - Vol. 2
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liberatemi l’uomo che avete arrestato ieri
               perché inveiva contro la nostra persona: a nostro avviso
               è stato l’eccesso del bere a dargli la stura,
               ma ora ch’è rinsavito gli offriamo il perdono.



              SCROPE
               Un atto di clemenza, ma di eccessiva fiducia.

               Sire, fate che sia punito: ché un tale esempio,
               se tollerato in costui, sarà quanto mai contagioso.



              ENRICO
               Via, consentiteci un po’ di clemenza!



              CAMBRIDGE
               Sia pure, Altezza: ma non senza una punizione.



              GREY
               Sire,

               vi dimostrate sin troppo clemente se gli salvate la vita,
               dopo che avrà assaporato un severo castigo.



              ENRICO
               Ahimè, il troppo amore che mi portate, la troppa sollecitudine,
               son altrettante dure accuse contro quel poveraccio!
               Se su reati minori, commessi in stato d’ebbrezza,

               non chiuderemo un occhio, sapremo tenerli tutt’e due bene aperti
               quando delitti capitali, ruminati, trangugiati e digeriti,
               ci staranno di fronte? Quell’uomo sarà liberato

               anche se Cambridge, Scrope e Grey, nel loro tenero affetto,
               e pieni d’ansia per la nostra incolumità,
               preferirebbero vederlo punito. Ma veniamo alle cose di Francia:
               chi sono i commissari appena nominati?



              CAMBRIDGE
               Uno son io, mio sire.

               Vostra Altezza mi ha chiesto oggi stesso di candidarmi.
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