Page 1484 - Shakespeare - Vol. 2
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ENRICO
Noi non siamo un tiranno, ma un re cristiano 25
le cui passioni son soggette al suo illuminato volere
tal quali i malfattori, in ceppi nelle sue prigioni.
Diteci dunque francamente, senza troppi riguardi, 26
che cosa vuole il Delfino.
AMBASCIATORE
Allora, in breve, ecco qui:
Vostra Altezza ha, or non è molto, inviato in Francia emissari,
rivendicando taluni ducati, in forza del diritto
del vostro grande predecessore, Re Edoardo Terzo.
In risposta a tale pretesa, il principe nostro signore
dice che voi tirate un po’ troppo in lungo la giovinezza,
e vi consiglia di metter la testa a partito; nessuna conquista
farete in Francia con un’agile gagliarda 27 :
laggiù i ducati non si ottengono a suon di baldorie.
Egli vi manda pertanto qualcosa a voi più congeniale,
un barile di preziosi; e, come contropartita,
vi prega di lasciarli perdere, i ducati che pretendete:
che essi non sentan più parlare di voi. Questo dice il Delfino.
ENRICO
Quali preziosi, zio?
EXETER
Palle da tennis, mio sire.
ENRICO
Siamo assai grati al Delfino per le sue amabili uscite.
Vi ringraziamo per il suo dono e pel vostro disturbo.
Quando opporremo a queste palle le nostre racchette 28
ci giocheremo in Francia, a Dio piacendo, una tale partita
che la corona di suo padre finirà fuori gioco.
Ditegli che ha scelto di cimentarsi con un avversario
che metterà sottosopra tutti i campi di Francia
con i suoi tiri. E lo sappiamo benissimo
che quando lui ci rinfaccia gli anni della dissipazione