Page 1247 - Shakespeare - Vol. 2
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Entra Beatrice.
BEATRICE
Contro la mia volontà mi mandano a chiamarvi a pranzo.
BENEDETTO
Oh la si è disturbata, grazie cara.
BEATRICE
Non mi sono disturbata per i vostri ringraziamenti, più di quanto non si
disturba vossignoria a ringraziarmi. Se mi fossi disturbata non venivo.
BENEDETTO
Perciò è stato un piacer chiamarmi?
BEATRICE
Sì, il piacere che può stare sopra il pizzo d’un coltello, e che vi può servire per
strozzare un pappagallo. Ma vedo che non avete appetito, signore. Statevi
bene.
Esce.
BENEDETTO
Ohibò! “Contro la mia volontà m’han mandato a chiamarvi al pranzo.” Qua c’è
da interpretare il doppio senso. “Non mi son disturbata per i ringraziamenti
più di quanto voscenza non si disturba a farli” − ma è come dire in altre
parole: “Qualunque disturbo mi possa prender per voi, per me è dolce come
dir grazie”. Qua se non faccio niente per lei sono un cagnaccio. Se non
m’innamoro di lei sono un giudeo. Qua vò subito a farmi fare il suo ritratto.
Esce.