Page 102 - Shakespeare - Vol. 2
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Prendete le armi contro gli altri nemici,
               che io metterò pace tra voi e la vostra anima.
               Il giovane Arthur è vivo: questa mia mano
               è una mano ancora vergine e innocente,

               non tinta dalle rosse macchie del sangue.
               Entro questo petto non è ancora penetrato
               il terribile impulso del pensiero delittuoso.
               Voi avete calunniato la natura nella mia persona

               che, se esteriormente può apparir rude,
               copre di fatto un animo troppo sensibile
               per farsi macellaio d’un fanciullo innocente.



              RE GIOVANNI
               Arthur vive? Ah, corri dai nobili,
               getta questa notizia sulla loro rabbia furiosa,

               e domali di nuovo all’obbedienza!
               Perdona ciò che la mia passione mi ha spinto a dire
               sulle tue fattezze; la mia rabbia era cieca,

               e gli occhi dell’immaginazione, sporchi di sangue,
               ti presentavano più odioso di come sei.
               No, non rispondermi, ma conduci alla mia stanza
               i nobili infuriati con tutta la velocità di cui sei capace.
               Ma io sono troppo lento a pregarti:

               sii più rapido tu, a correre!
                                                                                                      [Escono.]



                                                    Scena III         EN



                                                  [Davanti al Castello.]


                                                Entra Arthur, sulle mura.



              ARTHUR
               Le mura sono alte, pure voglio saltar giù:
               buon terreno, abbi pietà e non farmi male!
               Non mi conosce quasi nessuno; e se anche mi conoscessero,

               questi abiti da mozzo non mi farebbero riconoscere.
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