Page 93 - Shakespeare - Vol. 1
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Sono io Talbot. Chi vorrebbe parlargli?
MESSAGGERO
La Contessa d’Auvergne, mia virtuosa signora,
con pudicizia ammirando la tua fama,
per mio tramite, grande Lord, ti rivolge la preghiera
di concederle una visita nel povero castello
sua dimora, per potersi vantare d’aver posato
lo sguardo sull’uomo la cui gloria
riempie il mondo con voce fragorosa.
BORGOGNA
Ma davvero? Dunque le nostre guerre, m’avvedo,
diverranno gioiose pacifiche tenzoni
se le dame ambiscono a prender parte alla contesa. 66
Non puoi, mio signore, rifiutare il gentile invito.
T ALBOT
Altrimenti, non merito da voi nessuna fiducia,
poiché, laddove una massa di uomini
non avrebbe eloquenza sufficiente,
trionfa invece una dolcezza muliebre. -
[Al messaggero]
Dàlle perciò caldi ringraziamenti:
mi sottometto al suo volere. Andrò.
Le vostre grazie mi terranno compagnia?
BEDFORD
No, né lo suggerisce il galateo.
Gli ospiti non richiesti, a quanto ho udito,
ricevono i saluti più cordiali alla partenza.
T ALBOT
Va bene, andrò solo. Non c’è rimedio.
Metterò alla prova la cortesia della signora.
Vieni qui, capitano. Bisbiglia. Mi hai inteso?
CAPIT ANO
Sì, mio signore, e mi comporterò di conseguenza.
Escono.